Un servizio in meno a disposizione di chi paga con la piattaforma
Il servizio di rimborso delle spese di reso, che costituiva uno dei motivi per cui gli utenti sceglievano PayPal invece di un altro getaway di pagamento online, sta per essere sospeso. A partire dal 27 novembre 2022, PayPal non accetterà più le richieste di rimborso relative alle spese di reso.
Questo significa che, se fino a tale data chi acquista qualcosa online e paga con PayPal, può richiedere il rimborso delle spese per rimandare al fornitore la merce (previa sottoscrizione al servizio), vantaggioso nel caso in cui il venditore non provveda lui stesso ad offrire il trasporto di ritorno in caso di cambio merce o comunque per fruizione del diritto di recesso, in seguito i resi saranno a carico dell’acquirente.
Purtroppo abbiamo visto PayPal perdere colpi negli ultimi anni. Dopo la scissione da eBay nel 2015 , e dopo averlo escluso come metodo di pagamento dalle opzioni presenti in default, nel 2021 (restano solo in alcune inserzioni storiche), nel tempo la concorrenza ha abbassato le percentuali di commissioni sul transato, ponendo lo storico partner degli ecommerce e dei marketplace in una posizione scomoda e fuori mercato, ciò ha di conseguenza spostato l’interesse dei merchant su altre soluzioni più economiche come Stripe, PayPlug e altri ancora. Parallelamente si sono sviluppati tanti altri metodi di pagamento come gli e-wallet e i pagamenti diretti dal conto corrente: i clienti sono più smart e non temono più il digitale ma lo affrontano con più leggerezza e fiducia, specialmente dopo le implementazioni lato sicurezza imposte dalle normative europee.
Anche il treno del pagamento rateale è passato prima che la multinazionalene percepisse l’urgenza e quindi l’immagine non è stata quella degli apripista ma del gregge che si accoda.
Come tutte le cose, i metodi, i prodotti e le idee, se non vengono rinnovati e trasformati in base alle esigenze del tempo, finiscono per non essere più interessanti. Il tempo ne sarà testimone.