dal riciclo al riuso

Giornata Internazionale del Riciclo


Istituita nel 2018 grazie al Bureau of International Recycling1, viene celebrata ogni anno il 18 marzo la Giornata Internazionale del Riciclo: offre un’opportunità unica per riflettere sul nostro impatto ambientale, ma non solo e per far riconsiderare ad aziende, istituzioni e cittadini quali siano effettivamente gli impegni e gli obiettivi fissati in accordo con altri paesi.
In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è cruciale, il riciclo rappresenta una risorsa fondamentale per proteggere il nostro pianeta e noi stessi. Oggi però lo sguardo d’insieme si è allargato, oltre alle politiche di riciclo e di riduzione di immissione di materiali nocivi per l’ambiente, anche ad iniziative volte a incentivare il riuso.
Non è infatti un caso avere fissato come obiettivo 122 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile3 il “consumo e produzione responsabili”. L’ Agenda, definita tra nazioni appartenenti all’ONU con 17 target, sottolinea l’importanza della partnership tra settore pubblico e privato per raggiungere gli obiettivi prefissati, mettendo in luce il ruolo cruciale di ogni cittadino per ottenere una realtà sempre più sostenibile.
Ecco quindi l’occasione per fare il punto della situazione e capire se abbiamo percepito a pieno i valori e l’opportunità che porta con sé questo paradigma che ci spinge dal riciclo al riuso.

Dal riciclo al riuso: il nuovo approccio

C’è da chiedersi se si è mai considerato il potenziale del riuso. È più del semplice riciclo: è un’opportunità creativa per dare una nuova vita agli oggetti che altrimenti finirebbero per essere inutilizzati e successivamente buttati. Ad oggi abbiamo un numero sempre maggiore non solo di consumatori che abbracciano questa filosofia, ma anche di aziende. Questa filosofia permette la riduzione dell’immissione in circolo di rifiuti, che comporta spese ingenti per la loro gestione e il risparmio di denaro quando per alcuni beni acquistare il nuovo costa di più che aggiustare il vecchio o il rotto.
Il riuso che comporta l’allungamento della vita del prodotto, permette di limitare le emissioni di gas serra, direttamente collegate alla produzione o al suo smaltimento.
Il riuso può avere diversi approcci, dall’acquisto di prodotti di seconda mano all’adozione di pratiche di riparazione e rigenerazione. È da questo concetto che nascono i tanti contenuti online classificati come DIY (‘do it yourself’), in cui vengono mostrate idee e tecniche di riparazione (ad esempio col cucito o il bricolage), che vengono divulgate proprio con l’intento di vedere nel riuso un’alternativa creativa, divertente e sostenibile, rispetto alla classica sostituzione di qualsiasi oggetto che non abbia più la funzione o la forma iniziale.

Sostenibilità ambientale, economica e sociale

Ti sarà capitato forse di vedere o visitare qualche centro di riuso, strutture dove la cittadinanza può consegnare gratuitamente beni usati in buono stato, integri e funzionanti (o che comunque necessitano solo di piccole riparazioni) che possono essere donati, scambiati o venduti con il fine di essere riutilizzati: essi rappresentano un esempio lampante di come l’ecologia e l’inclusione sociale possano procedere di pari passo. Qui trovi una mappa dei centri riuso, riparazione e upcycling e puoi aggiungere la tua struttura o segnalarne una che conosci.

Circa la metà di questi centri in Italia è stata istituita con l’intento primario di contrastare la cultura dello spreco, incentivando il riutilizzo degli oggetti in opposizione alla tendenza diffusa del consumismo usa e getta. Un altro 32% è stato creato per perseguire obiettivi sia ecologici che sociali, come fornire lavoro a individui in difficoltà o donare oggetti a chi ne ha più bisogno. Una quota minore, il 10%, si focalizza esclusivamente su finalità sociali, mentre una parte si dedica a scopi economici, spesso grazie a finanziamenti esterni. Questa sinergia tra obiettivi ambientali e sociali si riflette anche nella gestione dei centri, che spesso è affidata a cooperative sociali (32%), associazioni locali (30%) e gruppi di volontari (20%).4

In Italia la prospettiva è che il Ministero per la Transizione Ecologica, attraverso il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, faciliti il cammino e valorizzi le opportunità del settore promuovendo l’adozione di pratiche virtuose sia in ambito regionale che locale. Questo dovrebbe avvenire considerando tanto le prospettive dei singoli cittadini quanto quelle delle aziende, spaziando dai centri di riuso ai repair cafè, fino alle zone di scambio libero, dove è possibile vendere oggetti di seconda mano.

Nuove direttive Ue: promuovere un’economia circolare

L’Unione europea ha emanato nuove direttive che pongono l’attenzione sul riciclo e il riuso come parte integrante di una strategia ambientale volta alla promozione di un’economia circolare e della riduzione dei rifiuti5.
Tra le legislazioni più rilevanti troviamo: la direttiva sulla plastica monouso (vieta la commercializzazione di prodotti in plastica monouso come le cannucce), la direttiva sui RAEE (promuove il riciclo e il riuso di apparecchiature elettroniche per ridurre il flusso di rifiuti elettronici), la direttiva sull’economia circolare (promuove il riciclo, riuso e ripristino dei materiali per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti), la direttiva sulla plastica (riduce l’inquinamento causato dalla plastica tramite l’uso di alternative sostenibili) e la direttiva sulla gestione dei rifiuti (stabilisce norme e obiettivi per la gestione sostenibile dei rifiuti).

Con l’introduzione della “Legge sull’imballaggio”6, sistemi e gestori di soluzioni nel settore di produzione imballaggi, sono tenuti a partecipare al finanziamento in base alla rispettiva percentuale di mercato. Le aziende che mettono in circolo imballaggi in UE sono chiamati a registrarsi a una piattaforma dedicate e fornire report annuali dettagliati, che includono informazioni sul tipo e sulla quantità di imballaggi gestiti, e sulle strategie adottate per ridurre, riciclare o riutilizzare gli imballaggi.

Gli Stati membri non sono tutti allo stesso livello nella corsa agli obiettivi 2030. Per quanto riguarda l’obiettivo del riciclo possiamo essere orgogliosi nel nostro Paese, in quanto fa parte delle nove nazioni non a rischio per il raggiungimento della meta. L’Italia ha infatti già superato gli obiettivi di riciclo complessivi stabiliti dall’Unione Europea entro il 2025, che richiedono a ciascuno Stato di riciclare almeno il 65% degli imballaggi ogni anno, e entro il 2030, quando l’obiettivo sarà alzato al 70%. Nel 2023, possiamo vantare un tasso di riciclo di rifiuti speciali e urbani del 72%7, contro una media europea che si ferma al 58%.

Ci sono esempi emblematici che non tutti conoscono: in Svezia già nel 2017 il governo ha approvato una riforma del sistema fiscale che ha dimezzato l’Iva sui servizi di riparazione di biciclette, abiti ed elettrodomestici, portandola dal 25 al 12%.
Un’altra nazione ad aver fatto passi avanti verso il riuso è la Francia. Nel 2023 è stata introdotta la nuova politica per la quale sono stati emanati una serie di incentivi mirati a promuovere la riparazione di articoli presso calzolai e altri artigiani8. Questi includono agevolazioni fiscali per i cittadini che optano per la riparazione invece della sostituzione, e al tempo stesso sostegno per gli artigiani che offrono questi servizi.

Sempre in Francia è stata inoltre introdotta la norma dell’ ’‘eco-store”9: una valutazione del grado di sostenibilità di un prodotto attraverso otto criteri, tra cui la riparabilità del prodotto, ovvero la facilità con cui un articolo può essere riparato in caso di guasto o danneggiamento.

La messa in pratica di queste regole non è più una scelta, ma è un dovere morale (e ora anche legislativo) verso il pianeta, che vive nell’emergenza del cambiamento climatico.

eBay: Pioniera del Riuso e del Second Hand

eBay, fondata nel 1995 con l’attualissimo intento di promuovere il riuso e il riciclo, ha costituito da sempre un riferimento per i consumatori del commercio online. Fin dai suoi primi giorni, eBay ha incarnato lo spirito del riuso, come lo dimostra il suo primo oggetto venduto: un laser pointer rotto.10 Questo evento simbolico ha segnato l’inizio di un movimento che ha reso il ‘second hand’ una pratica comune e apprezzata ancor oggi.
Oggi, oltre a mantenere questo spirito, eBay offre molto più di una semplice piattaforma di compravendita di oggetti usati, messi in vendita da privati. La sezione dedicata agli oggetti ricondizionati offre una vasta gamma di prodotti di alta qualità a prezzi accessibili, permettendo agli utenti di scegliere in questa categoria, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo la cultura del riuso. Tuttavia, va notato che nel 2023 il 79% degli oggetti presenti su eBay è in realtà nuovo, il che dimostra come la piattaforma si sia evoluta da una forma di vendita prettamente legata alle aste online (con durata fino a 9 giorni) di oggetti usati a una modalità “compralo subito” di oggetti nuovi a prezzo fisso11, nel 90% dei casi, ormai diventato lo standard nell’era del quick commerce.
eBay non si ferma qui nel suo impegno per la sostenibilità. Ogni anno, durante la “Earth Week”, l’azienda promuove iniziative volte a sensibilizzare e impegnare la comunità eBay nell’adozione di pratiche sostenibili. Inoltre, la collaborazione con Legambiente12 testimonia l’impegno nel promuovere il riuso e la riduzione dei rifiuti. Attraverso questa partnership, eBay sostiene campagne e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del riuso e a promuovere comportamenti più sostenibili tra gli utenti della piattaforma.
Perciò possiamo dire che eBay continua a svolgere un ruolo significativo nel promuovere il riuso e la sostenibilità, sia attraverso la sua offerta di prodotti di seconda mano che attraverso iniziative e collaborazioni mirate. Come pioniera del riuso nel mondo del commercio online, eBay rimane un esempio di come le aziende possano integrare pratiche sostenibili nella loro attività e promuovere un futuro più verde e sostenibile per tutti.

Non solo obblighi ma opportunità

Alla luce dell’attuale coscienza del fare, ci aspettiamo da parte delle istituzioni una serie di provvedimenti: stabilire regolamenti uniformi su scala nazionale (per esempio, a Milano chi desidera gestire un’attività di vendita dell’usato è tenuto a seguire un corso per agenti immobiliari), insieme a misure fiscali strategiche quali la diminuzione dell’IVA (attualmente applicata due volte sugli oggetti di seconda mano, sia nella vendita iniziale come nuovi che nella successiva rivendita nei mercatini), la riduzione del tributo sui rifiuti, o agevolazioni fiscali ispirate al modello svedese per coloro che possono attestare la riparazione di un oggetto, oltre a incentivi economici che valorizzino l’importanza ecologica del riuso e della sostenibilità sociale.

In conclusione, il ritorno al riuso (tanto in voga nel secolo scorso) non rappresenta solo un’ opportunità per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti, ma anche un ritorno alle tradizioni artigianali e tecniche, quali ad esempio la sartoria e la calzoleria e l’elettrotecnica. Questo significa non solo promuovere la sostenibilità ambientale, ma anche sostenere la coesione sociale e il tessuto economico locale. La vera differenza, nel breve periodo, sarà determinata dalla cultura che coltiviamo e diffondiamo: informare, educare e coinvolgere i singoli individui è essenziale, poiché sono proprio loro che costituiscono il cuore delle aziende e delle comunità e che subiscono, nel bene o nel male, le conseguenze di ciò che fanno.

Adottando scelte consapevoli e sostenibili nella nostra vita quotidiana possiamo aiutare noi e gli altri, oggi e domani. Ricordiamoci sempre che i cambiamenti significativi iniziano da noi stessi, dai nostri comportamenti e dalle nostre decisioni. Siamo i veri protagonisti del cambiamento, e con le nostre azioni possiamo contribuire a plasmare un futuro più verde, giusto e sostenibile per tutti.

Vuoi cogliere le opportunità che offre il mondo dell’economia circolare? Contattaci per sviluppare un progetto personalizzato che aumenti il tuo valore aziendale.


  1. https://www.bir.org ↩︎
  2. https://asvis.it/goal12/ ↩︎
  3. https://asvis.it/l-agenda-2030-dell-onu-per-lo-sviluppo-sostenibile/ ↩︎
  4. https://erion.it/it/comunicati-stampa/riuso-italia-decreto-attuativo/ ↩︎
  5. https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/76/efficienza-delle-risorse-ed-economia-circolare ↩︎
  6. https://verpackungsgesetz-info.de/it/ ↩︎
  7. https://www.ecocamere.it/dettaglio/notizia/792/pubblicato-il-rapporto-il-riciclo-in-italia-2023 ↩︎
  8. https://www.rinnovabili.it/economia-circolare/riciclo/bonus-riparazione-scarpe-vestiti-francia/ ↩︎
  9. https://www.volmarpackaging.it/eco-score-cose-e-come-si-calcola/ ↩︎
  10. Intervista al primo ebayer https://www.youtube.com/watch?v=n7tq4EiGkA4 ↩︎
  11. Lo afferma Gianluca Petti di eBay nella conferenza Netcomm del 29/3/24 ↩︎
  12. https://pages.ebay.it/promos/2019/ebaydonaperte.html ↩︎
Condividi su

Articoli simili